Sostenere le famiglie che presentano fragilità a diversi livelli, soprattutto nell’ambito dell’elevata conflittualità genitoriale, è un compito complesso, che può essere più funzionalmente gestito se gli operatori coinvolti assumono un’ottica di collaborazione reciproca e mettono in campo degli interventi integrati. Di diversa natura sono i principi ispiratori sottostanti.
Caratteristiche definenti
Nelle Linee guida di indirizzo nazionale (2017), stilate con l’intento di promuovere sempre più adeguate abilità genitoriali, viene diffusamente trattato questo tema.
Duplici ed interconnessi sono gli obiettivi che si prefiggono di raggiungere questi tipi di interventi:
- incentivare uno sviluppo infantile sano;
- promuovere una funzionale genitorialità.
Di fatto, è stato ampiamente dimostrato come, al fine di salvaguardare il benessere dei minori, sia di inestimabile importanza non solo dedicare agli stessi uno spazio individuale riservato, ma sostenere anche i genitori in un percorso di supporto delle competenze genitoriali. In quest’ottica, i diversi componenti della famiglia vengono ingaggiati nella co-costruzione del progetto, considerati protagonisti alla stregua dei professionisti e non semplici destinatari dello stesso. Risulta altrettanto fondamentale sollecitare l’attiva partecipazione dell’intero nucleo familiare, implementandone le risorse ed i fattori protettivi presenti, al fine di accompagnarne i membri all’autonomia.
Si tratta di percorsi personalizzati ed educativi, basati sulla convinzione che possa esservi una potenziale modificazione a livello di pensieri, cognizioni e comportamenti degli attori coinvolti. Vi è anche l’idea che possa essere possibile un sostegno, una riqualificazione e una formazione delle competenze genitoriali attraverso il supporto degli operatori.
Quali soggetti possono essere coinvolti?
Più nello specifico, nel caso degli interventi integrati, sono i servizi sociali ad assumersi la formale responsabilità. Viene inoltre suggerita la collaborazione dei servizi dell’area della salute pubblica, di diverse istituzioni (come la scuola), dei servizi educativi che si occupano dell’infanzia, di altre figure professionali che ruotano attorno alla famiglia e, nei casi che lo richiedano, del giudice. Ognuno di essi assume uno specifico ruolo ed è investito di una singolare responsabilità.
I principali riferimenti basilari
Risulta indispensabile il ricorso al dialogo vicendevole tra i diversi operatori coinvolti, nell’ottica del confronto interdisciplinare e della condivisione di responsabilità. Un altro importante principio alla base degli interventi integrati è il lavoro e lo scambio all’interno di un’équipe multidisciplinare. Gli operatori dovrebbero anche coinvolgere i genitori ed i minori all’interno di questi progetti affinché, come detto precedentemente, i diversi soggetti siano e si sentano protagonisti attivi, co-costruttori del programma. È altrettanto fondamentale, per una maggiore efficacia del progetto, che vi sia una valutazione ed un’analisi dei risultati dell’intervento al fine di sottoporre a verifica il raggiungimento o meno degli iniziali intenti. Rilevante è il contributo che può essere apportato alla famiglia dalle risorse presenti all’interno della comunità nella quale il nucleo familiare si trova inserito, che creano informalmente attorno ad essa una rete di sostegno.
È innegabile come gli operatori non possano prescindere dalla valorizzazione e dalla considerazione del nucleo familiare come prima e più importante risorsa al fine di sostenerlo efficacemente, nel miglior interesse del minore.
Anna Graefer
Dott.ssa in Psicologia dello Sviluppo
Bibliografia:
Linee di indirizzo nazionali (2017). L’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità. Promozione della genitorialità positiva. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.