Quella di pubblicare foto di minori online è una pratica sempre più diffusa, complice un mondo via via più digitalizzato e presente su diverse piattaforme di social network.
Il fenomeno, però, si può suddividere in due differenti categorie:
- da una parte abbiamo persone comuni, che senza alcuna finalità commerciale e/o economica pubblicano foto di minori (usualmente propri figli, nipoti o conoscenti) in maniera disinteressata su profili che possono essere più o meno pubblici;
- dall’altra esistono, invece, persone note su diversi socialnetwork (come facebook, instagram, tik tok) che pubblicano foto di minori su profili dai fini commerciali e/o economici.
In questa seconda categoria non rientrano, unicamente, personaggi famosi che incidentalmente sono soliti pubblicare foto di minori online condividendo con il proprio seguito la propria vita privata in maniera disinteressata. Esiste, infatti, una fetta di mercato specifica che si nutre attraverso l’attività di influencer marketing, attuato da persone che traggono vantaggi di natura economica proprio pubblicando contenuti concernenti la vita dei propri figli. È un fenomeno impropriamente definito “momfluencing”, ma che coinvolge anche un ridotto numero di padri con profili pubblici utilizzati proprio a scopo commerciale. Profili nei quali la genitorialità è documentata in modo tale da coinvolgere una larga fetta di pubblico che viene quindi indirizzata su determinati acquisti o scelte di natura economica.
Vi sarà sicuramente capitato di notare contenuti nei quali venga pubblicizzato (in maniera più o meno trasparente) un determinato prodotto o servizio (abbigliamento, prodotti per la cura e l’igiene, giochi dell’infanzia ma anche vacanze o attività) attraverso la pubblicazione dell’immagine di bambini e famiglie. Ecco, in quei casi vi siete trovati di fronte uno specifico ramo di influencer marketing rivolto a genitori e posto in essere da genitori su profili atti a questo scopo. Profili che arrivano a centinaia di migliaia di visualizzazioni e che possono garantire un ingente guadagno a chi li gestisce.
Lasciando fuori le considerazioni di natura etica sul guadagnare attraverso lo sfruttamento dell’immagine dei propri figli, ci si interroga su quali possano essere i risvolti giuridici nel pubblicare foto di minori online.
Sia che questo venga fatto da persone note e con molto seguito che da inconsapevoli persone comuni poco informate sulle eventuali conseguenze che questa prassi può comportare.
Pubblicare foto di minori online è sicuro?
Iniziamo dalla domanda principale che sorge spontanea: pubblicare foto di minori online è sicuro? Che questo venga fatto da persone non note o note poco importa. Quel che conta è la sicurezza nel condividere su specifiche piattaforme foto ritraenti bambini e bambine.
Nel caso di profili pubblici o piattaforme, come WA, senza restrizioni specifiche si può dire senza giri di parole che pubblicare foto di minori online non è sicuro. Queste immagini, infatti, possono essere salvate da chiunque e venire ricondivise ovunque. La portata potenzialmente lesiva di tale disponibilità è lampante: quelle foto, che si pensa ingenuamente rimangano nella propria sfera di dominio sono, invece, alla mercè di chiunque e possono essere pubblicate altrove senza consenso o contezza dei diretti interessati.
Una della pratiche più diffuse in siti a contenuto pedopornografico è quella, poi, della deep fake: utilizzare immagini pubblicate da persone volontariamente, soprattutto sui social media, alterandone il contenuto per realizzare materiale osceno.
La prima avvertenza necessaria è, quindi, quella di impostare strette regole in materia di privacy sui propri social media e non pubblicare mai fotografie che ritraggano minori nudi o in situazioni intime. Anche se il profilo privato non garantisce, comunque, che utenti inseriti nella cerchia degli amici possano a loro volta salvare e condividere le fotografie in questione. Così come che queste non possano mai essere diffuse a seguito di una falla di sicurezza delle piattaforme prescelte.
Per chi decide, invece, di pubblicare foto di minori online su piattaforme senza alcuna restrizione in materia di privacy è cosa certa che non esista alcuna garanzia che tali immagini vengano salvate e diffuse altrove, anche con scopi specificamente lesivi degli interessi del minore.
Tale rischio, ovviamente, aumenta sensibilmente se le immagini in questione vengono pubblicate proprio sui profili commerciali di cui sopra. Profili che ricevono migliaia di visite quotidiane e che sono totalmente a disposizione degli utenti.
Pubblicare foto di minori online è lecito?
Una volta analizzato come pubblicare foto di minori online non sia comunque un’attività da considerare sicura, esente da qualsivoglia rischio anche su profili strettamente privati, è necessario indagare se questa pratica oltre che non sicura sia da considerarsi più o meno lecita.
La pubblicazione dell’immagine di un individuo riguarda aspetti molto delicati quali il diritto all’immagine, la tutela della privacy e lo sfruttamento a fini commerciali della propria immagine.
La pubblicazione dell’immagine di un soggetto è, infatti, sottoposta alla prestazione del suo specifico consenso. Consenso che, nel caso di minori, deve essere prestato dai suoi genitori. Entrambi i genitori devono essere d’accordo sul pubblicare foto di minori online. Il che significa che uno dei due non può agire in disaccordo con l’altro e che, tantomeno, soggetti prossimi come zii, nonni o conoscenti potranno fare altrettanto.
Ma il problema non si risolve unicamente alla prestazione del consenso. Quando pubblicare foto di minori online è finalizzato al guadagno si sta sfruttando, letteralmente, l’immagine del minore a fini commerciali. In questo caso chi e come si garantisce la tutela del minore? Si valuta sempre più spesso l’opportunità che sia il genitore a prestare il consenso alla pubblicazione di determinate immagini quando è il genitore stesso a guadagnare, economicamente, da tale attività.
In questo caso come si può considerare il consenso come votato unicamente alla tutela del minore? Sarebbe, invece, auspicabile pensare di individuare figure specifiche che tengano in considerazione gli interessi dei minori coinvolti senza che il loro giudizio venga in conflitto con potenziali interessi di natura commerciale?
Quello del momfluencing è un’attività nuova, foriera di nuove questioni giuridiche, etiche e giudiziarie che prenderanno piede nei prossimi decenni ma che già da ora vedono, sul terreno anglosassone, il fiorire di sentenze a favore di ex-minori sovraesposti per risarcimenti di varia natura. Soprattutto nel caso in cui le pubblicazioni in questione abbiano violato, in maniera evidente, gli stessi diritti del minore ritraendolo in condizioni che vengano considerate lesive della sua stessa reputazione.
Questioni controverse
Ulteriore appunto va sollevato in merito alla possibilità, concreta, che il minore ritratto possa essere riconosciuto o individuato da terzi grazie alla pubblicazione della sua immagine sui social network.
Sempre più profili pubblicano quotidianamente foto di minori ben visibili in volto, riconoscibili, con indicazione reiterata del loro nome e cognome e inseriti in contesti che possano renderli facilmente rintracciabili: foto di scuole, di divise di istituti scolastici o sportivi che frequentano e via discorrendo.
Quando, quindi, pubblicare foto di minori online può essere un rischio per la loro incolumità?
Il rischio, in questi casi, non si esaurisce nella possibilità che tali immagini possano finire in luoghi digitali sgradevoli ma può concretizzarsi nell’eventualità che un malintenzionato possa letteralmente identificare e contattare fisicamente il minore ritratto.
Altro elemento che andrebbe analizzato più a fondo è il possibile risentimento che questi ex-minori sovraesposti possano provare ad essere stati continuamente ripresi e poi pubblicati online senza alcun filtro per tutta la durata della loro infanzia. Momenti privati, emozioni intime, reazioni negative, attività che dovrebbero rimanere nelle mura domestiche sono continuamente registrate e poi riversate sulle piattaforme digitali. Quale tipo di conseguenza può avere un esposizione massiva del minore sul suo sviluppo psicofisico? Le emozioni del minore hanno importanza.
Quale condizione vivrà, una volta diventato grande, a sapere di non aver alcun diritto all’oblio perché facilmente rintracciabile su qualsiasi motore di ricerca in una carrellata di video e foto inerenti la sua vita che pensava fosse privata?
Non esistono risposte certe a questi dubbi ma ci si deve chiedere se il guadagno percepito grazie alla mercificazione dell’immagine dei propri figli valga il prezzo della loro sicurezza o, addirittura, della loro serenità.
Mediatrice Familiare e Criminologa Clinica